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Lipoproteine: la guida completa

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Scopri cosa sono le lipoproteine e come possono incidere sulla salute, specialmente il loro legame con il colesterolo. 

Cosa sono le lipoproteine

Le lipoproteine sono un assemblaggio biochimico la cui funzione primaria è quella di trasportare molecole di lipidi idrofobici noti come grassi, nell'acqua, nel plasma, nel sangue e in altri fluidi extracellulari. Sono costituiti da un centro lipidico, circondato da un guscio di fosfolipidi, con le porzioni idrofile orientate verso l'esterno e le porzioni lipofile orientate verso l’interno.  

Gli elementi lipidici all’interno delle lipoproteine sono il colesterolo e i trigliceridi, grassi cerosi che il corpo produce ed utilizza in modo diverso a suo vantaggio:  

  • Colesterolo: interviene nella produzione di vitamina D, di ormoni estrogeni, testosterone e cortisolo. 
  • Trigliceridi: si attivano come forma di stoccaggio delle energie che il corpo rilascia nei momenti di necessità.  

Tuttavia, quando si oltrepassano i valori soglia, entrambi diventano un'importante fattore patologico da monitorare con attenzione, soprattutto per quanto riguarda le malattie cardiocircolatorie. 

Infine un tipo speciale di proteina, chiamata apolipoproteina, adesa all’involucro esterno, stabilizza e conferisce identità funzionale all’intero complesso. Molti enzimi, trasportatori, proteine ​​strutturali, antigeni, adesine e tossine sono lipoproteine. Gli esempi includono le lipoproteine ​​plasmatiche (HDL, LDL, VLDL e chilomicroni) i cui sottogruppi sono fattori primari o modulatori dell'aterosclerosi.(1) 

Quanti tipi di lipoproteine esistono e quale ruolo svolgono?

Esistono cinque diversi tipi di lipoproteine, comunemente classificate in base alla loro densità lipidica e proteica. In particolare analizzeremo le lipoproteine ​​a densità molto bassa (VLDL), le lipoproteine ​​a bassa densità (LDL), le lipoproteine ​​ad alta densità (HDL) e a parte i chilomicroni, tralasciando le lipoproteine a densità intermedia. 

Ogni macrogruppo si differenzia a sua volta grazie a specifiche proteine, ​​attaccate allo strato fosfolipidico esterno, chiamate apolipoproteine. Queste aiutano a stabilizzare la molecola favorendo il legame con i recettori della superficie. 

Lipoproteine a densità molto bassa (VLDL)

Con l’acronimo VLDL si definiscono le lipoproteine a densità molto bassa (Very Low Density Lipoprotein). Vengono sintetizzate dal fegato e contengono una quantità maggiore di trigliceridi rispetto alle LDL, di cui sono precursori. 

Come tutte le lipoproteine, trasportano lipidi ed in questo caso si dirigono verso i tessuti periferici come quello adiposo e muscolare. Durante il viaggio subiscono delle trasformazioni diventando prima IDL, lipoproteine a densità intermedia ed infine LDL che vedremo nel dettaglio. 

Essendo precursori delle LDL, valori elevati di VLDL stanno comunque ad indicare un’alimentazione insalubre, correlata ad alterazioni metaboliche più o meno significative che portano alla formazione dei pericolosi depositi aterosclerotici.(2) 

Lipoproteine a bassa densità (LDL)

Le lipoproteine a bassa densità, note anche come colesterolo LDL (Low Density Lipoproteins) o “colesterolo cattivo” sono le più numerose in circolo nel sangue.[Text Wrapping Break]Le LDL sono la rimanenza, non assorbita dal fegato, di IDL (lipoproteine a densità intermedia), dove i trigliceridi in eccesso effettuano una sostituzione, scambiando l’apoproteina ApoE con una nascente ad alta densità. [Text Wrapping Break]Una quantità elevata di LDL comporta ipercolesterolemia, aumentando il rischio di infarti cerebrali o cardiaci, causati dall’otturazione delle arterie. Inoltre la formazione delle placche aterosclerotiche comporta una maggiore rigidità dei vasi che tendono a lesionarsi con più facilità. I meccanismi che intervengono nella riparazione sono un potenziale rischio nella formazione di coaguli, causa di trombosi.[Text Wrapping Break]I valori delle LDL possono essere gestiti con un’alimentazione sana ed equilibrata, anche se l’ipercolesterolemia è dovuta anche a fattori genetici, più difficili da controllare che comportano una maggior attenzione dal punto di vista alimentare.(3) 

Lipoproteine ad alta densità (HDL)

Le HDL note anche come “colesterolo buono”, sono lipoproteine ad alta densità (High-Density Lipoprotein) e sono formate da circa 80 proteine specifiche che rendono possibile il trasporto di centinaia di molecole lipidiche. 

Infatti le HDL sono una sorta di “spazzini” dei vasi, capaci di veicolare il colesterolo periferico verso il fegato, dove viene escreto attraverso la bile e gli organi steroidei come ghiandole surrenali e germinali che lo utilizzato per la sintesi degli ormoni steroidei. 

Tale processo di rimozione può avvenire in due modi: 

  • Per via diretta: dove le HDL vengono captate dal circolo sanguigno e poste sulle cellule degli organi, grazie a specifici recettori di membrana selettivi per gli accumuli lipidici. 
  • Per via indiretta: il meccanismo più utilizzato che prevede l’attivazione di una proteina di trasferimento. In pratica le VLDL diventano LDL che a loro volta vengono rimosse dalla proteina delle HDL e degradate nel fegato. 

In ultimo le HDL intervengono nella rimozione di lipidi inglobati nelle placche aterosclerotiche, permettendo un trasporto inverso del colesterolo e dunque un’azione protettiva a favore delle arterie.(4) 

Chilomicroni

I chilomicroni sono lipoproteine particolari, caratterizzate da un elevato diametro e da una bassa densità proteica. Contengono principalmente trigliceridi ed in quota minore il colesterolo, introdotto con la dieta a livello dell'intestino tenue. 

Dall'intestino i chilomicroni passano nel sistema linfatico e da questo nella circolazione sanguigna fino a raggiungere i capillari dei tessuti che sfruttano i lipidi, come il tessuto adiposo ed il tessuto muscolare; terminando il loro percorso nel fegato. 

Di fatto i chilomicroni svolgono come le HDL un ruolo positivo per l’organismo, tuttavia in alcuni casi la loro produzione può essere compromessa da alcune patologie come: L'abetalipoproteinemia, malattia congenita rara che impedisce la sintesi di apoproteine, senza le quali i chilomicroni non vengono prodotti. 

La steatorrea, indica la presenza di problemi alla struttura dei chilomicroni, in quanto l’intestino non è capace di assorbire nel modo corretto i nutrienti, espellendo i trigliceridi, invece di inglobarli nei chilomicroni.(5) 

Terminata la panoramica sui diversi tipi di lipoproteine, circolanti nel nostro organismo, passiamo ad analizzare i valori di accettabilità entro i quali è consigliabile rimanere per poter prevenire l’insorgenza di patologie cardiovascolari. 

Lipoproteine e range di accettabilità

Il range di accettabilità delle lipoproteine rappresenta uno standard di riferimento per valutare il grado e la tipologia di rischio legato all’insorgenza di patologie cardiovascolari, anche se è bene ricordare che si tratta di uno dei molti fattori che entrano in gioco. 

Di fatto i livelli di colesterolo tendono ad aumentare con l'età, perciò il miglior consiglio è quello di mantenere livelli sani di lipoproteine fin dalle prime fasi di vita, impedendo che diventino pericolosamente alti con il passare del tempo. Anni di livelli di colesterolo non gestiti possono essere difficili da trattare! 

Il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie raccomanda alle persone di età pari o superiore a 20 anni di controllare il range lipoproteico ogni 5 anni o più frequentemente se sono presenti fattori di rischio.(6) 

In genere, gli uomini tendono ad avere livelli di lipoproteine più alti che aumentano con l’avanzare degli anni, mentre le donne hanno un range più basso che tende ad aumentare in concomitanza della menopausa. 

Le tabelle che seguono mostrano i range di accettabilità delle lipoproteine secondo il National Institute of Health (6). Il colesterolo e i trigliceridi vengono misurati in milligrammi per decilitro (mg/dl). 

Tipo di colesterolo  Chiunque abbia 19 anni o meno  Uomini dai 20 anni in su  Donne dai 20 anni in su 
Colesterolo totale  meno di 170 mg/dl  125-200 mg/dl  125-200 mg/dl 
Colesterolo non HDL  inferiore a 120 mg/dl  inferiore a 130 mg/dl  inferiore a 130 mg/dl 
Colesterolo LDL  inferiore a 100 mg/dl  inferiore a 100 mg/dl  inferiore a 100 mg/dl 
Colesterolo 

HDL 

superiore a 45 mg/dl  40 mg/dl o superiore  50 mg/dl o superiore 

 

Tipo di lipide  Chiunque abbia 19 anni o meno  Uomini dai 20 anni in su  Donne dai 20 anni in su 
Trigliceridi totali  da 35 a 150 mg/dl  da 150 a 200 mg/dl  da 50 a 150 mg/dl 

Tralasciando l'invecchiamento e la genetica, qualsiasi cambiamento nei livelli di colesterolo deriva da fattori esterni come lo stile di vita, l’alimentazione e lo stress, tutti elementi potenzialmente migliorabili.  

Cos’è la lipoproteine(a) e perché è così importante?

Spesso indicata semplicemente come Lp(a), la lipoproteina(a) è implicata nel trasporto del colesterolo verso le arterie più periferiche, dove purtroppo può contribuire al processo di aterosclerosi, ovvero il deposito di colesterolo nei vasi sanguigni e formazione di placche responsabili di: 

  • Malattia coronarica (ostruzione delle coronarie del cuore) 
  • Infarto 
  • Ictus 
  • Malattia arteriosa periferica (ostruzione delle arterie in gambe e braccia) 
  • Patologie a carico dei vasi sanguigni 

Le molecole di lipoproteina(a) sono più adesive rispetto ad altri tipi di particelle LDL e per questa ragione sono considerate così pericolose. Il rischio è proporzionale alla quantità di lipoproteina(a) circolante.(7) 

Valutare la quantità di lipoproteina(a) consente quindi di ottenere preziose informazioni, perché in presenza di una quantità di LDL normale, ma con un eccesso di Lp(a), il rischio di eventi cardiovascolari potrebbe essere ancora alto, tecnicamente rappresenta un fattore di rischio indipendente.

In realtà Lp(a) non è un tipo di LDL, ma una lipoproteina simile al colesterolo LDL che presenta due specifiche apolipoproteine di superficie: 

  • ApoB 
  • Apo(a)

La capacità di adesione di Apo(a) viene sfruttata dal sistema coagulativo come una sorta di “cerotto” in aggiunta al normale colesterolo LDL. Tuttavia se da un lato aiuta a riparare le lesioni dei vasi, rappresenta anche un potenziale pericolo nella formazione di coaguli, principale causa di trombosi. 

Valori normali di lipoproteina(a)

Valori normali di lipoproteina(a) sono di norma inferiori a 5 mg/dl di sangue, sebbene possano verificarsi lievi differenze tra i diversi laboratori. 

È curioso notare come si registri nella popolazione un range estremamente variegato di questo valore, compreso tra meno di 1 mg e più di 1000 mg per dl, notando come chi presenta livelli ematici molto bassi o irrilevanti non sia soggetto ad alcun disturbo patologico.(8)  

Quando viene prescritto l’esame della lipoproteina(a)? 

La misurazione della quantità circolante di lipoproteina(a) è utile per quantificare il rischio di sviluppare malattie cardiache, anche se purtroppo ancora oggi non è utilizzata come test di screening su vasta scala. 

Le linee guida disponibili differiscono in modo più o meno rilevante nell’indicare quali pazienti debbano essere sottoposti all’esame, ma nel complesso si tratta di soggetti caratterizzati da un preesistente rischio cardiovascolare e/o che abbiano già sviluppato eventi cardiovascolari rilevanti. 

Ad esempio le più recenti linee guida europee (10) suggeriscono che la misurazione della Lp(a) dovrebbe essere considerata sistematicamente nelle persone con alto rischio di CVD (Cardiovascular diseases) o con una pregressa storia familiare di malattia aterotrombotica prematura. Il rischio è considerato significativo quando la Lp(a) è superiore all’80% (50 mg/dL). 

L’esame consiste in un normale prelievo di sangue da una vena, tipicamente del braccio e in genere viene suggerito di presentarsi a digiuno. 

L’assunzione di alcolici, integratori di vitamina B3, aspirina ed ormoni estrogeni, come la pillola contraccettiva, potrebbero influire sull’esito dell’esame. 

Colesterolo in eccesso? Ecco come abbassarlo

Se le analisi del sangue hanno evidenziato un eccesso di lipoproteine, occorre intervenire immediatamente per riportare i livelli ad una condizione per lo meno accettabile. 

Prima però di passare alla pratica, vediamo quali sono gli elementi esterni che incidono negativamente sul colesterolo, così da avere più consapevolezza sulle scelte legate al proprio stile di vita. 

Cosa influenza i livelli di colesterolo?

Diversi elementi possono influire negativamente sui livelli di colesterolo, tra cui: 

  • La dieta: svolge un importante ruolo nel controllo dei livelli di colesterolo ematico. Attenzione dunque ad alimenti ricchi di grassi come gli insaccati, i formaggi e ai condimenti di origine animale come burro e strutto. 
  • Il peso: essere in sovrappeso è un fattore di rischio non indifferente, soprattutto per quanto riguarda la zona del girovita che non dovrebbe superare gli 80 cm per le donne e i 94 cm per gli uomini. 
  • L’attività fisica: la totale assenza di attività fisica è un elemento che predispone all’insorgenza di malattie cardiache. Basterebbero 30 minuti al giorno per iniziare a ridurre il colesterolo LDL ed aumentare l’HDL. 
  • Il fumo: le sigarette abbassano il colesterolo buono che aiuta a rimuovere quello cattivo dalle arterie. Quindi valori di HDL inferiori alla norma contribuiscono sia a danneggiare le arterie che ad aumentare i valori di LDL. 

Altri fattori al di fuori dello stile di vita includono: 

  • L’età e il sesso: man mano che le donne e gli uomini invecchiano, i livelli di colesterolo salgono. Prima della menopausa, le donne hanno livelli di colesterolo totale più bassi rispetto agli uomini della stessa età, mentre dopo la menopausa, LDL tende pericolosamente ad aumentare. 
  • L’ereditarietà: i geni hanno la capacità di determinare la quantità di colesterolo prodotta dal corpo, dunque un suo eccesso può essere associato ad una forma di ereditarietà familiare.(11) 
  • L’etnia: alcune etnie hanno una maggiore predisposizione all’ipercolesterolemia, ad esempio le popolazioni nordafricane che tendono ad avere sia le HDL che LDL più elevate rispetto al resto della popolazione. 

Come ridurre il colesterolo in eccesso

Ci sono due modi principali per abbassare i livelli di colesterolo: 

Alimentazione

Per migliorare una condizione di ipercolesterolemia l’alimentazione ricopre senza dubbio il ruolo più importante: cibi integrali, con pochi grassi e di origine vegetale sono la migliore prevenzione dalle malattie cardiovascolari. 

Nelle forme meno gravi il ripristino di una dieta equilibrata è già di per sé una terapia efficace contro il colesterolo in eccesso. Mentre in associazione con un trattamento farmacologico, potenzia l’efficacia dei medicinali, evitando fastidiosi effetti collaterali. 

L’alimentazione, da sola, però non è sufficiente, deve essere supportata e completata con uno stile di vita sano a 360 gradi. 

Stile di vita

Si raccomanda di: non fumare, praticare attività fisica, prediligendo sport aerobici, eliminare il grasso addominale in eccesso e monitorare la presenza di altre patologie come l’ipertensione arteriosa o il diabete mellito che potrebbero peggiorare le condizioni di salute, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiache. 

Sottoporsi a trattamento farmacologico 

Se i cambiamenti dello stile di vita da soli non bastano, potrebbe essere necessario sottoporsi a trattamento farmacologico. Sono disponibili diversi tipi di medicinali specifici per le lipoproteine in eccesso, comprese le statine, capaci di bloccare l’enzima epatico necessario per la produzione di colesterolo.  

Tuttavia i farmaci agiscono in modi diversi e possono avere diversi effetti collaterali, per questo è necessario consultare il proprio medico per la scelta della miglior terapia. 

Intraprendere un trattamento farmacologico per contrastare gli elevati livelli di colesterolo non preclude il fatto di abbandonare un corretto stile di vita, anzi le due cose dovrebbero andare avanti parallelamente, così da velocizzare il ripristino dei livelli lipoproteici, diminuendo via via la quota di medicinali. 

Conclusioni 

Concludiamo questa guida dedicata alle lipoproteine, e a come queste incidono sui livelli di colesterolo, riassumendo per punti quanto detto: 

  • Le lipoproteine sono deputate al trasporto dei grassi all’interno dell’organismo tra cui colesterolo e trigliceridi. 
  • Esistono 5 tipi di lipoproteine: VLDL, LDL, IDL, HDL e i chilomicroni che si differenziano per quantità di grassi, proteine presenti all’interno ed in base al tipo di apolipoproteina adesa sulla superficie.
  • I range di accettabilità delle lipoproteine variano in base all’età e al sesso, di norma si raccomanda di non superare mai i 200mg/dl in riferimento al colesterolo.
  • Far particolare attenzione alla lipoproteina(a) elemento primario nella formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie periferiche.
  • Per ridurre il colesterolo in eccesso è possibile fin da subito correggere l’alimentazione, migliorare lo stile di vita e smettere di fumare, per poi passare nei casi più gravi ad un trattamento farmacologico, seguito dal proprio medico curante.

Si ricorda infine di monitorare i valori di lipoproteine plasmatiche con esami specifici, soprattutto ad età avanzata o in presenza di altre patologie dalla pregressa familiarità genetica.

 

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