Il glucosio rappresenta la principale risorsa energetica per il corpo umano. I carboidrati sono la principale fonte da cui il nostro organismo ricava glucosio, mentre fonti secondarie sono proteine e lipidi.
In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza sul ruolo fisiologico del glucosio e di scoprire quali sono i valori di riferimento.
Cos’è il glucosio?
Il glucosio è una molecola a 6 atomi di carbonio con formula chimica C₆H₁₂O₆, prodotto a partire da tre processi fisiologici principali:
- Assorbimento intestinale, successivo alla digestione dei carboidrati alimentari (precursori saccaridici);
- Glicogenolisi, processo metabolico deputato alla degradazione di molecole di glicogeno (molecole di deposito del glucosio presenti ad alte concentrazioni nel fegato e nei tessuti muscolari);
- Gluconeogenesi, meccanismo che permette di produrre glucosio a partire da precursori non saccaridici quali piruvato, lattato, glicerolo, etanolo e amminoacidi. Nell’uomo la gluconeogenesi avviene principalmente nel fegato e, in misura minore, nella corteccia renale.1,2,3
Metabolismo del glucosio
Una volta entrato in circolo, il glucosio arriva nei tessuti bersaglio, perlopiù in prossimità di quelli con richiesta energetica elevata e, a livello cellulare, funge da substrato per la produzione di ATP (adenosina trifosfato)4 ovvero la fonte energetica che il corpo umano utilizza per svolgere praticamente tutte le sue attività fisiologiche.
Tra le vie metaboliche del glucosio, le più importanti sono:
- Glicolisi: processo che si svolge nel fegato grazie al quale il glucosio viene ossidato per ottenere piruvato e da qui può entrare nei mitocondri per subire la fosforilazione ossidativa e quindi produrre ATP oppure essere convertito in lattato ed essere usato in seguito.7,8
- Fermentazione: avviene nelle fibre muscolari in condizioni di sforzo intenso; è un processo che avviene in assenza di ossigeno, in cui vi è produzione di ATP e conversione del piruvato in lattato.6,7,8
La regolazione del glucosio a livello ematico è controllata principalmente da ormoni prodotti nel pancreas, in particolare l’insulina.
Dopo un pasto vi è un aumento dei livelli di glucosio nel sangue e questo fa aumentare la secrezione di insulina da parte del pancreas. L’insulina fa depositare il glucosio in eccesso nel fegato sotto forma di glicogeno; nelle ore successive, quando la concentrazione di glucosio nel sangue diminuisce, il fegato rilascia il glucosio nel sangue4 così che il corpo abbia sempre a disposizione l’energia necessaria.
Esami e valori di riferimento
Per rispondere alla domanda “Glucosio e glicemia sono la stessa cosa?” bisogna dire che è chiamata glicemia la presenza di glucosio nel sangue.
Di norma la concentrazione di glucosio nel sangue viene mantenuta relativamente stabile e i valori a digiuno devono cadere nel range che va dagli 80 ai 110 mg/dl9. Valori della glicemia che necessitano di attenzione medica sono:
- inferiori a 60 mg/dl: si parla di ipoglicemia10
- compresi tra 100 mg/dl e 125 mg/dl a digiuno e superiori a 180 mg/dl 2 ore dopo il pasto: si può parlare di iperglicemia10
- superiori a 125 mg/dl: si può considerare diabete1,4
Glucosio e diabete di tipo I e II
Sebbene non se ne sia ancora del tutto compreso il meccanismo eziologico, è noto che il diabete di tipo I e quello di tipo II differiscono nella loro fisiopatologia, anche se sono entrambi stati patologici caratterizzati da livelli cronicamente elevati di glucosio nel sangue che, nel tempo e con uno scarso controllo della glicemia, possono portare a numerose complicanze anche molto gravi.1
Il diabete di tipo I si manifesta prevalentemente durante l’infanzia e persiste durante l’età adulta, come patologia autoimmune, legata ad un’alterata reattività del corpo verso le cellule beta del pancreas e quindi questa patologia non è legata alla dieta.7
Il diabete di tipo II invece è generalmente causato da scorrette abitudini alimentari che vedono un eccessivo apporto di glucosio giornaliero. Questo porta all’instaurarsi di insulino-resistenza che, se protratta nel tempo, determina una secrezione difettosa di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche e l’incapacità dei tessuti insulino-sensibili di rispondere adeguatamente, determinando iperglicemia cronica.
Dieta e indice glicemico degli alimenti
L’indice glicemico (IG) è un sistema di classificazione degli alimenti contenenti carboidrati basato sulla velocità con cui questi vengono digeriti e assorbiti durante il periodo postprandiale.
Gli alimenti ad alto indice glicemico sono quelli con IG ≥70, ovvero:
- Riso parboiled;
- Patate;
- Mais;
- Dolci;
- Bevande gassate o alcoliche.
Gli alimenti ad indice glicemico medio sono quelli con un indice glicemico compreso tra 56 e 69:
- Riso basmati;
- Pasta di grano duro;
- Pane bianco.
Gli alimenti a basso indice glicemico sono quelli con un indice glicemico ≤55:
- Latticini;
- Legumi;
- Frutta (mela, pera, arance, albicocche, frutti di bosco, frutta secca con guscio);
- Verdura (carciofi, zucchine, melanzane, asparagi, broccoli, spinaci, bietole, cavolfiore, ecc.);
- Cereali integrali.9,10
Si consiglia di scegliere il proprio regime alimentare con il supporto di professionisti del settore.
Conclusioni
Il glucosio rappresenta la principale risorsa energetica per il corpo umano e la principale fonte per il nostro organismo sono i carboidrati, mentre le proteine e i lipidi sono fonti secondarie.
La presenza di glucosio nel sangue è chiamata glicemia ed è importante che i suoi valori rientrino in dei range precisi per non imbattersi in ipoglicemia o, al contrario, iperglicemia e diabete.
Per mantenere dei valori ottimali si consiglia di scegliere il proprio regime alimentare e una corretta attività fisica con il supporto di professionisti del settore.