I postbiotici sono metaboliti rilasciati dai probiotici, in seguito vedremo più nel dettaglio quali sono e qual è il loro ruolo all’interno del nostro organismo soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo in campo clinico.
I postbiotici
I postbiotici sono metaboliti rilasciati dai probiotici a seguito di fermentazione batterica e della bile, cioè il vostro intestino crea continuamente dei sottoprodotti che andranno ad esplicare la loro funzione sia nel microbiota stesso che in altri distretti del corpo[2]. Questi prodotti sono:
- acidi grassi a catena corta (SCFAs)
- enzimi (gli ingranaggi di tutto l’organismo)
- peptidi (aminoacidi)
- vitamine
- endo e eso polisaccaridi
- proteine di membrana
- altri acidi organici[3,4,5], che concorrono ad un’azione antimicrobica, antiossidante, e immuno-stimolante [2], nonché al mantenimento dell’omeostasi del nostro microbiota [5,6].
Gli SCFAs (butirrico, acetico e propionico) sono tra le componenti postbiotiche più importanti e in natura li troviamo all’interno dei latticini freschi. Questi sono prodotti essenzialmente da due famosissimi probiotici il Lactobacillus e Bifidobacterium, e la loro funzione è quella di migliorare la regolazione del metabolismo lipidico (cioè l’utilizzo di acidi grassi a scopo energetico) e quello del colesterolo [10], l’equilibrio del glucosio nel sangue, la sensibilità insulinica attraverso l’attivazione di recettori proteici chiamati GPRs, che regolano lo stato energetico e mantengono l’omeostasi metabolica [8,9].
L’attività postbiotica è particolarmente fiorente negli atleti, il che porta ad un’auto-attività antiossidante dovuta principalmente alla produzione di vitamine B1, B5 e B6 proprio nel microbiota [11].
Usi clinici dei probiotici
Oramai i ceppi di probiotici più studiati, cioè il Bifidobacterium (ssp. adolescentis, animalis, bifidum, breve, e longum) e il Lactobacillus (ssp. acidophilus, casei, fermentum, gasseri, johnsonii, reuteri, paracasei, plantarum, rhamnosus, e salivarius), rappresentano la scelta più frequente per formulare integratori di probiotici, ricordando che il L. bulgaricus è quello più comune che possiamo assumere con la normale fermentazione del latte (Kefir) e yogurt [12,13,]. Aldilà della disamina che abbiamo fatto in questi articoli correlati ai Probiotici, questi vengono impiegati largamente nella clinica per il trattamento e la prevenzione della diarrea, nella sindrome del colon irritabile (IBS) e nelle disbiosi[14].
Effetti sullo stato ormonale
Gli effetti dei probiotici sullo stato ormonale non sono ancora ben definti: in uno studio di McMullen e colleghi, due mesi di L. acidophilus and B. longum (1×109 CFU) non hanno influenzato i livelli di testosterone, DHT, androstenedione, DHEA e SHBG [20], ma in un altro condotto da Maretti e colleghi durato 6 mesi, la somministrazione di probiotici e prebiotici (L. paracasei B21060 5×109 CFU + arabinogalactan 1243mg + fructooligosaccharides 700mg + L-glutamine 500mg) ha portato ad un miglioramento dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, migliorando rispetto al gruppo di controllo i livelli di testosterone, FSH e LH[21].
Effetti sullo stato emotivo e cognitivo
Al momento si è concordi che il 35% degli stati depressivi abbia anche come correlazione sintomi da “leaky gut”, ovvero di permeabilità intestinale, quando l’epitelio della parete intestinale è danneggiato e quindi più a rischio di contrarre infezioni [22].
Non solo, Clarke e colleghi riportano che la composizione del microbiota riflette gli stati emotivi del soggetto [23] e che l’asse cervello-intestino si influenzino a vicenda tramite vie neuroendocrine e immunitarie. In 3 settimane di integrazione con 1×108 CFU di L. Casei si rilevarono effetti positivi nello stato emotivo, migliorando il focus e la confidenza dei soggeti[24];
Sempre con L. Casei a 8×107 CFU al giorno per 8 settimane, in soggetti affetti da sindrome da fatica cronica, diminuirono gli attacchi di ansia [25]; inoltre 6 settimane a 4×109 CFU di L. fermementum LF16, L. rhamnosus LR06, L. plantarum LP01, e B. longum BL04 al giorno, rilevarono benefici nel sonno notturno, riduzione di stati depressivi, rabbia e fatica [26].
Effetti indesiderati dei probiotici
Benché l’uso dei probiotici sia oramai considerato sicuro [14], rimangono comunque degli effetti collaterali che talvolta potrebbero insorgere.
Gli effetti collaterali che Marteau riporta potrebbero essere: infezioni sistemiche, effetti metabolici deleteri, eventi immunologici mediati dalle citochine pro infiammatorie, e in ultimo, il più temibile effetto collaterale cioè il possibile sviluppo di una resistenza antibiotica [15]. Tuttavia ci sono molti studi su pazienti con severe pancreatiti, infiammazioni del tratto intestinale, malattie del fegato, e HIV, sui quali sono state addirittura somministrate dosi di probiotici fino anche a 450-900 milioni di unità batteriche, registrando solo rarissimi casi degli effetti indesiderati sopra scritti [14,16,17,18].
Un basso dosaggio è ben tollerato da tutti ed è approvato dagli enti internazionali ed europei [14], tuttavia l’uso di probiotici deve sempre sottostare al nulla osta del medico curante, soprattutto nei pazienti con severe pancreatiti, infiammazioni del tratto intestinale, malattie del fegato, e HIV [19].
Conclusioni e consigli
Riassumiamo insieme le principali questioni riguardanti i postbiotici ed i loro campi di utilizzo:
- i postbiotici come i SCFAs sono importanti metaboliti che regolano lo stato di energia dell’organismo, contribuendo al miglioramento della sensibilità insulinica, livelli di particelle lipidiche nel sangue e nelle cellule;
- I più comuni probiotici li possiamo trovare nei prodotti caseari fermentati e aiutano nella sindrome del colon irritabile, così come negli stati di diarrea acuta, vomito e crampi addominali;
- I probiotici sembrerebbero avere degli effetti benefici a livello ormonale, ripristinando l’asse riproduttiva maschile;
- vi è una correlazione tra gli stati emotivi della persona e la sua flora batterica, per cui il ripristino di questa potrebbe aiutare a ridurre alcuni sintomi depressivi e di ansia;
- Alcune categorie di pazienti dovrebbero consultare il proprio medico curante e specialista prima di assumere probiotici, tuttavia il loro utilizzo è considerato sicuro.
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