Alimentazione

Deficit energetico cronico negli sportivi: gli effetti sul piano psicologico

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Come è noto, in qualsiasi disciplina sportiva, la nutrizione costituisce la base di partenza dalla quale dipende la performance. Ciononostante, non è raro trovare tra gli sportivi uno stato di malnutrizione cronica (definita anche Low Energy Availability) che, oltre ad avere delle conseguenze debilitanti sul piano fisico, mette a rischio il benessere psicologico e aumenta la vulnerabilità verso comportamenti alimentari disordinati.

In questo articolo affrontiamo il tema del deficit energetico negli sportivi e quali possono essere gli effetti sul piano psicologico.

Cos’è il deficit energetico o Low Energy Availability (LEA)

La Low Energy Availability (LEA) può essere definita come uno stato di malnutrizione in cui il corpo non ha sufficienti risorse energetiche per supportare in maniera ottimale tutte le funzioni fisiologiche.

Tra gli sportivi è piuttosto diffusa l’adesione a una dieta alimentare, abbinata ad allenamenti con un sostanzioso carico di lavoro. Nel tentativo di ottenere delle migliori prestazioni o per avvicinarsi all’aspetto corporeo desiderato, solitamente vengono apportate delle modifiche al regime alimentare o all’allenamento. Se queste variazioni non vengono gestite in maniera adeguata con l’aiuto di professionisti è possibile ritrovarsi in una condizione di bassa disponibilità energetica (1, 2).

Cause del deficit energetico negli sportivi

Il deficit energetico è causato da un consumo calorico superiore a quello disponibile attraverso l’esercizio fisico oppure da una dieta con un apporto energetico inadeguato.

Nel tentativo di ottimizzare la performance o migliorare il proprio aspetto, alcuni sportivi possono decidere di incrementare la quantità e il tipo di esercizio fisico o ridurre l’apporto energetico.

A seconda della disciplina cambiano sia le necessità energetiche e nutrizionali, funzionali alle prestazioni, sia la forma del corpo e l'immagine corporea percepita come “ideale”; gli atleti endurance-based cercano comunemente un basso grasso corporeo e un aspetto complessivamente più magro mentre gli atleti di sport orientati alla forza mirano a basso grasso corporeo e alta massa muscolare.

Tuttavia, questa condizione può anche non essere intenzionale. Un apporto calorico cronico basso può derivare da diverse ragioni tra cui la mancanza di conoscenza delle proprie necessità nutrizionali, la mancanza di tempo per preparare i pasti o addirittura ragioni fisiologiche come la perdita di appetito dopo una sessione di allenamento (1,3).

Le conseguenze del deficit energetico sul piano psicologico

Il deficit energetico protratto in un lungo tempo può avere delle ripercussioni debilitanti a livello fisico, come una riduzione della densità minerale ossea, riduzione del testosterone, amenorrea, danni a vari sistemi di organi, articolazioni e muscoli fragili, aumento del rischio di lesioni e prestazioni atletiche ridotte. Tuttavia, anche il benessere psicologico può essere compromesso e può creare altrettante conseguenze negative.

I confini tra il deficit energetico cronico e lo sviluppo di un ciclo comportamentale vizioso e malsano sono marginali. Per esempio, i cambiamenti nella dieta intrapresi per la perdita di peso o per l’aumento della massa muscolare possono diventare dei comportamenti particolarmente rigidi e legati a pensieri sui pasti predominanti e intrusivi, oppure possono portare ad una alterazione della regolarità e frequenza dei pasti durante la giornata. Inoltre ulteriori fattori, tra cui lo sviluppo di insoddisfazione corporea o la convinzione che una certa struttura fisica sia primaria nella performance, possono innescare un’alimentazione disordinata e controproducente (1, 4).

Gli atleti in una condizione di deficit energetico sono predisposti ad una maggiore vulnerabilità nei comportamenti e nei pensieri sull’alimentazione che possono diventare problematici. Infatti, uno stato di malnutrizione protratto nel tempo aumenta la probabilità di sviluppare delle conseguenze ad alto rischio sia sul piano fisico, cognitivo e/o comportamentale.

Di seguito vengono mostrati i principali effetti della malnutrizione (5):

Modificazioni fisiche

  • Disturbi del sonno
  • Vertigini
  • Debolezza
  • Dolori addominale
  • Disturbi gastrointestinali
  • Cefalea
  • Ipersensibilità al rumore e alla luce
  • Edema
  • Riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria
  • Parestesie
  • Aumento della fame
  • Precoce senso di pienezza 

Effetti comportamentali

  • Rituali alimentari
  • Lettura di libri di cucina e collezione di ricette
  • Incremento del consumo di caffè, tè, spezie, gomme da masticare e acqua
  • Onicofagia
  • Incremento del fumo di sigarette
  • Episodi di abbuffata
  • Incremento dell’esercizio fisico

Effetti cognitivi

  • Danneggiamento della capacità di concentrazione
  • Scarsa capacità di giudizio critico
  • Preoccupazione per l’alimentazione
  • Depressione
  • Sbalzi del tono dell’umore
  • Irritabilità
  • Rabbia
  • Ansia
  • Apatia
  • Rigidità
  • Indecisione 

Effetti sociali

  • Isolamento sociale
  • Riduzione del desiderio sessuale

Come gestire la nutrizione sportiva

Confrontarsi con l’allenatore e un nutrizionista

È consigliabile che le variazioni sul piano alimentare o nell’allenamento siano accompagnate dal parere di figure esperte. Ai fini della performance e del benessere generale, negli atleti agonistici può essere particolarmente rilevante una collaborazione tra l’allenatore e il nutrizionista in maniera da apportare modifiche tempestivamente nella nutrizione e/o nell’allenamento.

Adottare uno stile alimentare sostenibile e flessibile

Come mostrato in numerose ricerche, una dieta controllata ma flessibile è la soluzione ottimale per chi pratica attività sportiva a differenza della dieta ferrea che espone a numerosi rischi nel comportamento alimentare (e.g. 4, 6).

“Si mangia con l’orologio e non con la fame”

In altre parole, è consigliabile pianificare i pasti principali e gli spuntini durante la giornata per riuscire a raggiungere il quantitativo energetico necessario. È opportuno evitare di saltare i pasti e/o accorparli in un unico momento.

Non sottovalutare i segnali

Uno stato di spossatezza fin dalle prime ore del mattino, difficoltà nel sonno, umore irritabile, difficoltà nella memoria, difficoltà nella concentrazione, calo del desiderio sessuale, etc., possono essere i sintomi di uno stato nutrizionale alterato.

Bibliografia

1. Sim, A., & Burns, S. F. (2021). questionnaires as measures for low energy availability (LEA) and relative energy deficiency in sport (RED-S) in athletes. Journal of Eating Disorders, 9(1), 1-13.

2. Godoy-Izquierdo, D., Ramírez, M. J., Díaz, I., & López-Mora, C. (2023). A systematic review on exercise addiction and the disordered eating-eating disorders continuum in the competitive sport context. International Journal of Mental Health and Addiction, 21(1), 529-561.

3. Eichstadt, M., Luzier, J., Cho, D., & Weisenmuller, C. (2020). Eating disorders in male athletes. Sports health, 12(4), 327-333.

4. Karrer, Y., Halioua, R., Mötteli, S., Iff, S., Seifritz, E., Jäger, M., & Claussen, M. C. (2020). Disordered eating and eating disorders in male elite athletes: a scoping review. BMJ open sport & exercise medicine, 6(1), e000801.

5. Keys, A., Brozek, J., Henschel, A., Mickelsen, O., & Taylor, H. (1950). The Biology of Human Starvation. Minneapolis: University of Minnesota Press.

6. El Ghoch, M., Soave, F., Calugi, S., & Dalle Grave, R. (2013). Eating disorders, physical fitness and sport performance: A systematic review. Nutrients, 5(12), 5140-5160.

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