Oggi sul Gensan Mag parliamo di sport, disabilità e overtraining. Per affrontare al meglio l'argomento abbiamo coinvolto Andrea Trincossi, fisioterapista, osteopata e coach di CrossFit presso CrossFit Accademiles a Modena.
Grazie a Gensan ho avuto il piacere di conoscere Alice Favi, una ragazza con sclerosi multipla che pratica CrossFit a livello agonistico e nel parlare con lei abbiamo affrontato un tema particolare: la sindrome da sovrallenamento. Mentre mi raccontava che era costretta ad adattare una programmazione già esistente, ma non fatta per persone con tali problematiche, mi ha detto che ha dovuto affrontare un periodo di overtraining e che il volume di lavoro era eccessivo ma non capiva come scalarlo. Per fortuna, tramite una alimentazione e integrazione adeguata supportata da Gensan, è stata in grado di recuperare in tempo per il Wodapalooza di Miami, una gara CrossFit molto importante a cui partecipano i migliori atleti.
Grazie a quell’incontro ho iniziato a seguire Alice con la sua programmazione atletica e ho colto l’occasione per proporre a Gensan questo articolo di divulgazione su sport, disabilità e overtraining per aiutare coach e atleti a prevenire il sovrallenamento, in particolar modo per chi soffre di qualche tipo di disabilità.
Cos'è l’overtraining?
L'overtraining (o sindrome da sovrallenamento) è un decremento delle prestazioni sportive a lungo termine che colpisce specialmente gli atleti che praticano sport di resistenza. È dovuto all’aumento di alcuni fattori quali intensità, frequenza e volume dell’allenamento che superano le capacità di recupero dell’individuo.
Sintomi dell'overtraining
L'overtraining è caratterizzato da alterazioni dell’umore ancor prima dei sintomi fisici, ad esempio bassa autostima, scarsa voglia di allenarsi, senso di tristezza, apatia, etc.
Per quanto riguarda i sintomi fisici, possiamo trovare in primis un calo della performance ma anche stanchezza cronica, alterazione dell’HRV (la variabilità della frequenza cardiaca è un importante marker per valutare lo stato stress dell’individuo), insonnia, dolori muscolari e articolari, amenorrea, fratture da stress, inappetenza e cefalea.
Overtraining e sport di resistenza
Gli sport di endurance, o comunque altre attività ad alta intensità, comportano una alterazione del sistema immunitario e ormonale nel breve periodo che, in caso di sovrallenamento, può protrarsi per giorni o settimane portando a veri e propri squilibri ormonali: bassi livelli di testosterone, alti livelli di estradiolo e cortisolo, una marcata diminuzione del GH e dell’IGF-1, un fattore di crescita insulino-simile coinvolto nella diminuzione della insulino-resistenza e nel mantenimento della salute dei motoneuroni e della salute generale del SNC (sistema nervoso centrale) prevenendo malattie neurodegenerative e dando beneficio a chi ne sia già affetto.
Inoltre vi è un coinvolgimento anche del sistema immunitario e del sistema redox volto all’omeostasi con calo della ratio neutrofili-linfociti, un aumento di citochine pro-infiammatorie (IL-6, IL-1) e una diminuzione degli antiossidanti e un aumento dei marker ossidanti.
Perché parlare di disabilità nello sport?
È fondamentale sapere che negli sport paralimpici e non, per esempio CrossFit per atleti con disabilità, è necessario porre più attenzione alla questione del sovrallenamento, in particolare per quanto riguarda le patologie neurologiche come la sclerosi multipla.
Se per un atleta con la mancanza di uno o più arti è ottima cosa dosare bene i volumi di lavoro per evitare infortuni e sovrallenamento (che comporterebbero uno stop quasi completo del soggetto dall’attività agonistica per molto tempo, ma anche una diminuzione della qualità di vita quotidiana), lo è ancora di più per un soggetto con patologia neurologica che coinvolge il SNC, in particolare se si tratta di una patologia autoimmune.
Un esempio su tutti è la sclerosi multipla: purtroppo è sempre più frequente incontrare atleti affetti da tale patologia. La sclerosi multipla è una malattia a carattere autoimmune che comporta la distruzione da parte del sistema immunitario della mielina a livello cerebrale, la guaina che ricopre le connessioni tra i nostri neuroni portando a un rallentamento o interruzione di segnale elettrico fondamentale per il controllo volontario dei muscoli periferici o involontario per quanto riguarda la muscolatura viscerale, senza dimenticare le ripercussioni a livello sensitivo.
Come detto all’inizio dell’articolo, un sovrallenamento comporta una alterazione dei fattori protettivi del SNC e alterazione del sistema immunitario che devono assolutamente essere evitati per non far peggiorare la malattia o causare infiammazioni acute a livello cerebrale, con conseguente peggioramento dei sintomi anche a lungo termine, se non permanenti.
Perciò, oltre una programmazione adeguata, può essere utile l’utilizzo di alcuni integratori alimentari.
Di seguito, due integratori sportivi ideali quando si parla di disabilità e overtraining.
Vasodilatatori
Assolutamente raccomandati sono gli integratori vasodilatatori, in particolare quelli privi di eccitanti come la caffeina.
L’aumento di ossido nitrico (NO) nel circolo ematico aumenta la vasodilatazione e, di conseguenza, vi sarà una migliore perfusione nei tessuti muscolari così come una miglior drenaggio delle sostanze di rifiuto quali radicali liberi e citochine infiammatorie che comporta un minor affaticamento muscolare e del sistema nervoso. Quest’ultimo è fondamentale che mantenga un perfetto equilibrio tra recupero e stress allenanti perché, in soggetti con patologie autoimmuni, è già impegnato più del dovuto a mantenere l’omeostasi endocrina e immunitaria.
L’irrorazione vascolare periferica può essere un valido supporto anche per gli atleti con altre patologie autoimmuni, in particolare quelle reumatologiche, in cui il microcircolo è alterato portando a una scarsa qualità degli scambi di nutrienti nei tessuti connettivi e muscolari. Sotto questo punto di vista è estremamente indicato il NoBeet, il vasodilatatore naturale brevettato da Gensan che promuove la vasodilatazione grazie a una concentrazione di estratto di barbabietola rossa molto più elevato rispetto la media dei pre-workout in commercio e soprattutto è privo di eccitanti.
Creatina
Un altro integratore sportivo consigliato è la creatina, che non è solo un integratore volto alla performance sportiva ma ha anche implicazione nei trattamenti di malattie neurodegenerative come parkinson e sclerosi multipla ma anche in ictus, malattie reumatologiche e osteoartriti. Ergo, in atleti con patologie autoimmuni, l’uso di tale integratore può rivelarsi fondamentale nel controllo infiammatorio e sul rallentamento o modulazione della malattia.
Per approfondire l'argomento, consiglio la lettura di questo articolo scritto da Edoardo Tacconi e questo video su creatina e azione su cervello e metabolismo muscolare.