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Berberina per dimagrire? Tutto quello che c’è da sapere

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Sono mesi che la notizia di un integratore miracoloso che fa perdere peso sta circolando su internet e sta impazzando sui social. Ma la berberina per dimagrire funziona davvero? Esistono studi scientifici a supporto di questa mania esplosa su TikTok? Abbiamo cercato di fare il più possibile chiarezza nell’articolo che trovate di seguito.

Cos’è la berberina

La berberina (BBR) è un alcaloide vegetale che si trova in alcune piante utilizzate comunemente nella medicina come Coptis chinensis Franch, Berberis vulgaris L., and Berberis aristata DC.

Per più di 3000 anni è stata utilizzata nella medicina indiana e cinese per il trattamento di infezioni auricolari, orali e oculari, nella cura delle ferite e delle emorroidi, nella gestione di indigestioni e disordini del tratto vaginale e uterino (1)(2).

Ultimamente la berberina è stata protagonista di una miriade di video su TikTok da parte di professionisti e non che ne elogiano le proprietà insulino-sensibilizzanti, ipoglicemizzanti, antinfiammatorie, antifibrotiche e protettive sul sistema cardiovascolare. Inoltre si parla dei suoi effetti positivi nel trattamento di steatosi epatica non alcolica (NAFLD), sindrome dell’ovaio policistico (PCOs), nella massimizzazione della massa muscolare, nel miglioramento della composizione del microbiota, nonché del suo ruolo nella perdita di peso in condizioni di obesità e sovrappeso, nella riduzione della voglia di zucchero e della sua influenza positiva in menopausa e perimenopausa sulla produzione ormonale.

Insomma, letta così sembrerebbe di essere davanti a un vero e proprio “farmaco” miracoloso. Cerchiamo di capire insieme, basandoci su studi scientifici, quali possono essere gli effetti positivi della berberina sul nostro organismo.

Che benefici ha la berberina?

Specialmente negli ultimi anni, la berberina ha ricevuto diverse attenzioni per il suo potenziale utilizzo nel trattamento di diverse patologie cardiometaboliche. In particolare sembra che la berberina possa avere effetti positivi su cinque patologie metaboliche: diabete mellito di tipo 2 (associato a insulino resistenza e scarso controllo del profilo glicemico), obesità, steatosi epatica non alcolica (NAFLD), iperlipidemia e gotta (3).

In letteratura troviamo moltissimi lavori sulla berberina che si riferiscono a modelli animali (topi, spigole, cani, gatti, criceti), modelli in vitro e trial clinici. Quasi tutti evidenziano i possibili effetti positivi sulla salute ma suggeriscono la necessità di ulteriori studi, anche con tempistiche più prolungate e su più larga scala, per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo della berberina nel trattamento delle malattie cardiometaboliche.

Una sistematic review del 2020 (4) mette a confronto diversi studi per capire finora quali siano state le evidenze circa gli effetti, la biodisponibilità e i benefici dell’integrazione con berberina.

Berberina come ipoglicemizzante

L’effetto ipoglicemizzante di BBR è finora quello che sembra essere più studiato in letteratura. In particolare è stata evidenziata la possibile correlazione tra supplementazione di berberina e riduzione della glicemia a digiuno in soggetti affetti da DMT2 (5).

Anche Yin, Xing e Ye hanno riportato effetti positivi statisticamente significativi sulla gestione del profilo glicemico sia in pazienti affetti da DMT2 neo diagnosticato sia in pazienti con glicemia poco controllata. Il primo studio analizza 36 pazienti mettendo a confronto l’utilizzo di BBR e metformina (METF) come ipoglicemizzanti. Il secondo, invece, è un trial di 3 mesi su 48 pazienti con DMT2 poco controllato. Al termine sono stati evidenziati: riduzione del glucosio ematico a digiuno, riduzione di HbA1c (emoglobina glicata: fornisce uno spettro del controllo glicemico negli ultimi 3 mesi), riduzione di insulino resistenza (6).

L’effetto ipoglicemizzante di berberina è stato molto studiato anche nei modelli animali e in vitro ed è emerso che la migliore gestione della glicemia può essere legata a (3):

  1. Promozione della produzione di insulina (aumentando la produzione di cellule beta-pancreatiche).
  2. Riduzione dell’insulino resistenza.
  3. Inibizione della gluconeogenesi epatica: effetto studiato molto su modelli animali – in letteratura emerge l’effetto della supplementazione di BBR nella riduzione della produzione di glucosio da parte del fegato a digiuno e downregolazione degli enzimi chiave implicati nella gluconeogenesi (7)(8)(9).
  4. Promozione dell’uptake del glucosio, stimolando la produzione di GLUT 4 (10).
  5. Riduzione di infiammazione sistemica.
  6. Inibizione della produzione di alcuni enzimi chiave nella via della glicolisi.
  7. Modulazione del microbiota.
  8. Promozione della produzione di GLP-1 (implicato nella secrezione di insulina, inibizione della produzione di glucagone, stimolazione della produzione di cellule beta-pancreatiche e riduzione della velocità dello svuotamento gastrico) (10).

Berberina e modulazione del profilo lipidico

L’integrazione con berberina è stata associata, principalmente in modelli murini, ad una riduzione dell’assorbimento del colesterolo a livello intestinale tramite l’aumento dei recettori per LDL-c (11) e ad un aumento della sua escrezione a livello fecale (10).

Studi su modelli umani hanno mostrato una riduzione di c-TOT, LDL-c e TGL in associazione al miglioramento del profilo glicemico ematico e da cui si evince un possibile ruolo della supplementazione di BBR nella protezione cardiovascolare (6) (10) (12).

Berberina e modulazione del microbiota

Uno degli aspetti più studiati è la relazione tra la scarsa biodisponibilità della BBR (inferiore all’1%) e il suo effetto positivo sulla salute dei soggetti spesso statisticamente significativo. Per capirne in funzionamento è stato indagato il rapporto tra la berberina e il microbiota, poiché questa essendo poco biodisponibile giunge facilmente al tratto intestinale. La berberina e il microbiota interagiscono in modo diretto: la BBR regola il microbiota, la sua composizione e di conseguenza la produzione di metaboliti come trimetilamina (TMA), acidi grassi a catena corta (SCFAs), acidi biliari (BAs) e aminoacidi ramificati (BCAA) (13). Allo stesso tempo la composizione del microbiota influenza il metabolismo della BBR, rendendola più o meno biodisponibile.

Oltre al rapporto diretto c’è una relazione indiretta: metaboliti prodotti dal microbiota come triptofano, o composti derivanti dal metabolismo della BBR come l’ossidoberberina (OBB) possono migliorare l’outcome di alcune patologie metaboliche; inoltre, la BBR può modificare e migliorare la barriera intestinale e ridurre l’attività di P-glicoproteina (molecola che ne riduce l’assorbimento).

Il ruolo della BBR nella modulazione del microbiota intestinale è stato molto esplorato anche nei modelli animali (topi-gatti-spigole) (14)(15).

A sostegno dell’interazione tra la berberina e il microbiota è stato effettuato uno studio in cui si è studiata l’associazione di BBR a bifidobatteri: questa, rispetto alla supplementazione di sola BBR, ha mostrato una maggior azione ipoglicemizzante e una modifica del microbiota dei soggetti (16). In tutti gli articoli citati però viene sottolineata la necessità di ulteriori review sistematiche per sintetizzare le interazioni e la corrispondente influenza del microbiota su berberina e viceversa.

Un ulteriore campo di ricerca è il ruolo dell’interazione tra berberina e microbiota nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico (PCOs), patologia caratterizzata da scarsa sensibilità insulinica, iperglicemia e infiammazione sistemica. Studi recenti hanno sottolineato la possibile correlazione tra PCOs e disbiosi intestinale; la supplementazione di BBR ha evidenziato una modifica del microbiota con una riduzione di alcune famiglie come Firmicutes e Bacteroides (in topi obesi), una modifica nei metaboliti prodotti dal microbiota e di conseguenza un miglioramento del profilo glucidico(17). Ma un ulteriore studio ha smentito questi risultati (18). Anche in questo campo sono necessari ulteriori studi per comprendere l’eventuale interazione tra BBR, microbiota e PCOs.

Berberina e PCOs

Una review del 2021 (17) ha sintetizzato i risultati degli ultimi studi nel campo della supplementazione di BBR e cura della PCOs evidenziando una possibile azione di questa nel miglioramento dei sintomi della patologia. Principalmente la supplementazione di BBR può agire nell’alleviare l’insulino resistenza, nella riduzione dei livelli sierici di ormoni androgeni, nel miglioramento il metabolismo lipidico e nella riduzione dell’infiammazione sistemica.

Questa review però ha anche evidenziato che migliori effetti farmaceutici sono stati osservati con l’associazione di BBR a farmaci come metformina.

Berberina e depressione

Il ruolo della supplementazione di berberina come anti-depressivo è stato studiato su modello murino (19) dimostrando che il suo ruolo antidepressivo può essere legato alla modulazione del Gut-Brain-Axis, modulando la produzione di SCFAs e l’espressione di serotonina (5-HT), norepinefrina (NE), dopamina (DA) a livello dell’ippocampo.

Questo studio però è limitato e prende in considerazione solo topi maschi, anche in questo caso sono necessari ulteriori studi.

Berberina e patologie cardiometaboliche

Le patologie cardiometaboliche (CVMD) sono sempre più presenti e studiate. Principalmente su modelli animali e in vitro è stata studiata la supplementazione di BBR e il suo ruolo nel trattamento delle CVMD; è emerso che questa potrebbe avere effetti positivi su ipertrofia cardiaca, infarto, aterosclerosi, aritmie e ictus (20). Anche in questo caso, però, gli autori suggeriscono la necessità di ulteriori studi che prendano in considerazione solo la berberina (spesso la BBR viene associata ad altri composti naturali per renderla maggiormente biodisponibile), su più larga scala, randomizzati e meglio costruiti.

Qual è il migliore integratore per perdere peso?

Nonostante la berberina sia presentata attualmente come il miglior integratore per perdere peso (vedi il trend su TikTok), gli studi citati, che hanno riportato anche una riduzione del peso dei soggetti, in molti casi avevano associato la supplementazione di berberina ad una modifica della dieta e dell’attività fisica.

Ad oggi in letteratura non ci sono evidenze che la supplementazione di berberina sia il miglior integratore per perdere peso, ma l’associazione tra la BBR, una modifica dello stile alimentare e dello stile di vita possono portare anche ad una riduzione del peso in eccesso.

Qual è la miglior berberina?

Forse il maggior limite della BBR è la sua scarsa biodisponibilità, inferiore all’1% (10) (13). Una review del 2019 ha messo a confronto diversi studi per capire quale potrebbe essere l’associazione migliore per rendere la BBR più semplice da assorbire e da utilizzare per il nostro organismo. Da questa review di 26 studi (tra il 2013 e il 2018) è emerso che l’associazione tra BBR e silmarina potrebbe migliorarne l’assorbimento inibendo la glicoproteina P intestinale (uno dei protagonisti dello scarso assorbimento di BBR). Infatti, con la supplementazione di BBR in associazione a silmarina è stato osservato un miglioramento di colesterolo totale, trigliceridi, colesterolo-HDL e glucosio a digiuno (21).

Anche in questo caso gli autori suggeriscono la necessità di ulteriori studi per valutare se i benefici vengono mantenuti nel lungo termine.

Quali sono gli effetti collaterali della berberina?

La berberina ha mostrato scarsa tossicità sia su modelli animali che nei trial clinici. In umano i dosaggi che sono stati utilizzati nel trattamento di patologie cardiometaboliche sono di circa 0,4-1,5 g/kg/die.

Durante i vari trial clinici sono stati evidenziati per lo più effetti collaterali transitori a carico del sistema gastro intestinale come dolore addominale, anoressia, nausea, diarrea, costipazione, flatulenza. È stato evidenziato che gli effetti collaterali potrebbero essere relativi al dosaggio e una dose di 0,5-0,3 g/kg/die somministrata 3 volte al giorno potrebbe migliorare la comparsa di momentanei effetti collaterali (3).

Conclusioni

In generale, sulla supplementazione di berberina sono stati svolti numerosi studi scientifici su modelli animali, in vivo, in vitro e i trial clinici.

Questi portano prove a favore di un possibile ruolo positivo dell’integrazione della berberina sulla nostra salute, in particolare nel trattamento di patologie come diabete mellito di tipo 2, dislipidemie, obesità, gotta e steatosi epatica (anche tramite la sua interazione con il microbiota), senza portare particolari effetti collaterali, se non effetti transitori e dose-dipendenti sul tratto gastrointestinale come nausea, vomito costipazione, anoressia e flatulenza.

Tuttavia, nessuno studio ha identificato la berberina come miglior integratore per la perdita di peso che, invece, potrebbe essere un outcome associato alla sua supplementazione addizionata ad uno stile di vita attivo e a una dieta sana ed equilibrata.

Gli autori degli studi citati suggeriscono, inoltre, la necessità di ulteriori studi randomizzati su campioni più ampi e più strutturati per accertarsi degli effetti positivi della supplementazione di berberina nel lungo termine.

Bibliografia
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