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Proteine idrolizzate: cosa sono, come si ottengono, a cosa servono

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Ottenute tramite processo chimico ben preciso, le proteine idrolizzate possono essere più semplici da assumere. Vediamolo nel dettaglio approfondendo le seguenti tematiche.

Cosa sono le proteine idrolizzate? 

Iniziamo definendo le proteine idrolizzate: sono una miscela più o meno complessa di aminoacidi e peptidi ottenuta dall’idrolisi, ovvero dalla separazione di una fonte proteica che sia questa di origine animale, come il latte, o vegetale, come la soia.  

Il processo di idrolisi imita ciò che accade nell’intestino umano, dove specifici enzimi, tra cui pepsina, tripsina e proteasi, scompongono le proteine alimentari in peptidi sempre più̀ piccoli, fino ad ottenere i singoli aminoacidi.(1) 

Come si distinguono i peptidi dai singoli aminoacidi?

Due molecole di aminoacidi formano un dipeptide, tre un tripeptide e così via. Se il peptide in questione ha meno di dieci aminoacidi, fa parte degli oligopeptidi, mentre si parla di polipeptidi quando tale catena è costituita da meno di 100 aminoacidi. In ultimo di proteine, quando il numero di unità aminoacidiche supera la soglia dei 100 aminoacidi.
come si distinguono i peptidi dagli aminoacidi

L’intestino assorbe in maniera facilitata i piccoli peptidi (di-, tri- ed oligo peptidi), rispetto agli aminoacidi liberi, per questo le proteine idrolizzate sono conosciute anche come proteine-predigerite.  

Sebbene il processo di idrolisi possa avvenire in vari modi, che approfondiremo di seguito, le proteine idrolizzate destinate ad integrazione sportiva ed applicazioni cliniche sono ottenute, il più delle volte, per idrolisi enzimatica; questo per preservare alcuni  importanti componenti e migliorare il gusto. 

Origine delle proteine idrolizzate 

Un integratore di proteine idrolizzate di qualità si distingue per l’origine delle fonti di estrazione e per il processo produttivo adottato. A livello industriale si possono trovare quattro metodi per l’estrazione e la purificazione delle proteine: 

Purificazione a scambio ionico 

Basata sull’attrazione tra molecole di carica opposta da cui si ricava una concentrazione proteica piuttosto elevata (circa il 90%). Lato negativo di questa metodica, riguarda l’alterazione della materia prima, infatti tende ad eliminare componenti importanti come le immunoglobuline. Per questo, la purificazione a scambio ionico non è uno tra i metodi indicati per l’estrazione di proteine semplificate.(2) 

Purificazione per microfiltrazione 

Prevede la separazione delle proteine dai grassi e dai carboidrati per azione meccanica, ovvero attraverso membrane di diverso diametro, in grado di filtrare la materia prima. Sfruttando questa tecnica si ottengono proteine predigerite con una concentrazione pari all’ 80%. Inoltre è possibile estrarre dalla frazione proteica interessata grassi, zuccheri e lattosio, così da renderle adatte a chi è soggetto ad intolleranze alimentari. Unico neo per la microfiltrazione, gli elevati costi di produzione per piccole quantità di proteine.(3) 

Purificazione Cross-Flow 

Detta anche purificazione a flusso incrociato, è un procedimento di tipo fisico che mantiene intatta la natura delle proteine, raggiungendo una purezza del 90% con un residuo di grassi e carboidrati pari all’1%. Tecnica prevalentemente usata per produrre proteine idrolizzate e isolate in polvere, a partire da una soluzione contenente le proteine stesse, unite ad altri soluti. Ad oggi il miglior processo produttivo disponibile, in quanto permette di avere la concentrazione proteica desiderata senza intaccare il contenuto di immunoglobuline e lattoferrina.(4) 

Purificazione per idrolisi enzimatica 

Già citato in precedenza, si tratta di un processo di separazione proteica che avviene ad opera di enzimi selettivi, in grado di scindere la catena di amminoacidi in punti specifici. Tale fenomeno avviene all’interno di “bioreattori” controllati a bassa temperatura (40-50 °C), in grado di raggiungere un Ph vicino alla neutralità. Queste condizioni ottimali, consentono agli enzimi di idrolizzare il substrato proteico conservando gli amminoacidi nella loro forma naturale e garantendo un alto tasso di assorbimento intestinale.  

Tale processo di purificazione proteica è indicato per la formulazione di prodotti ipoallergenici e di integrazione allo sport, che rispetto alle tradizionali proteine in polvere, presentano diversi vantaggi che approfondiremo nei prossimi paragrafi.(5) 

Prima di continuare, però, occorre trattare una tematica importante riguardo le proteine isolate: esistono differenze rispetto alle idrolizzate?

Cosa cambia tra proteine isolate o idrolizzate

Quando si entra nel mondo dell’integrazione proteica molto spesso ci si trova a dover rispondere a questa domanda “Qual è la differenza tra proteine isolate e idrolizzate?” unita a molte incertezze. Dunque è arrivato il momento di fare chiarezza. 

  • Le proteine isolate vengono prodotte mediante tecniche di purificazione e una volta ultimato tale processo, non subiscono ulteriori modifiche. Il tempo di assorbimento da parte dell’organismo, cambia a seconda della fonte di provenienza e può variare tra quaranta minuti e un’ora. 
  • Le proteine idrolizzate, invece, subiscono un ulteriore processo di idrolisi, solitamente ad opera di enzimi, consentendo di scomporre le macromolecole in peptidi più corti che permettono un più rapido assorbimento intestinale. 

Dunque la differenza sostanziale tra proteine idrolizzate e isolate sta nel grado di idrolisi (DH: frazione dei legami peptidici che sono stati spezzati nella proteina originaria) e nel tempo di assimilazione 

Mentre per quanto riguarda le funzioni svolte, come il miglioramento del recupero muscolare e il potenziamento dell’anabolismo tissutale, queste rimangono invariate in entrambi i casi. In ultimo presentano tutte e due un elevato valore biologico, che si attesta tra i 150 e i 160. Cioè una percentuale del 50-60% di aminoacidi essenziali in purezza.(6) 

Se, invece, il valore biologico varia da 30 a 90, questo sta ad indicare una scarsa presenza di aminoacidi, dunque un prodotto di dubbia qualità. 

Il consiglio, prima di acquistare qualsiasi tipo di integratore proteico, è sempre quello di leggere attentamente l’etichetta riportata sulla confezione, evitando possibili effetti collaterali o il mancato raggiungimento dell’obiettivo prefissato.  

Idrolizzati proteici: pro e contro 

Terminata l’analisi delle diverse metodiche per l’estrazione proteica, è arrivato il momento di definire tutti i vantaggi e gli eventuali svantaggi, legati all’assunzione di proteine idrolizzate.  Adottare un’integrazione a base di proteine idrolizzate, rispetto alle integre, comporta senza dubbio dei vantaggi che dipendono in gran parte dalla natura frammentata dei peptidi, in origine lunghe catene proteiche.  

Tollerabilità gastrointestinale  

Le proteine idrolizzate sono consigliate per evitare reazioni allergiche, come ad esempio nel caso delle intolleranze al lattosio. Inoltre, se paragonate a quelle non trattate, provocano minori effetti indesiderati a livello gastrointestinale, avendo una struttura semplificata. Infine se assunte insieme alle giuste quantità di carboidrati e lipidi, mantengono inalterate le scorte muscolari di glicogeno a cui attinge il corpo durante l’attività fisica.(7) 

Velocità di assorbimento 

La velocità di assorbimento, rende disponibili in tempi brevi, gli aminoacidi essenziali, indispensabili per il recupero dopo lo sforzo fisico. Inoltre, le proteine idrolizzate, grazie al basso contenuto di glucidi, aiutano a mantenere i livelli di zuccheri ematici nella norma, regolando il picco glicemico dopo i pasti. 

Elevate concentrazioni di Leucina 

La Leucina è un aminoacido ramificato molto importante, presente soprattutto in latte e derivati, stimola l’anabolismo muscolare, ricoprendo il ruolo di mio protettore che si traduce  in un più rapido recupero della funzionalità e della struttura del muscolo scheletrico, nonché in un’ottimizzazione della crescita muscolare. 

Esistono controindicazioni sull’utilizzo delle proteine idrolizzate? 

Non si evidenziano controindicazioni gravi a seguito dell’uso di proteine idrolizzate, tuttavia è buona norma ricordare tre casistiche che potrebbero generare squilibri di diversa natura. 

Perdita di bioattivi ad azione probiotica/immunitaria 

L’eccessiva filtrazione del composto proteico di partenza, potrebbe portare alla perdita di importanti elementi ad azione probiotica ed immunitaria come ad esempio le immunoglobuline, dette anche anticorpi, la lattoferrina e i peptidi ricchi in prolina, fondamentali per il ripristino delle micro lesioni tissutali, in quanto in grado di legare altri peptidi per formare il collagene.(8) 

Contesto di assunzione 

L’assorbimento rapido delle proteine idrolizzate, unito allo stimolo insulinico, non sempre si adatta a tutti i contesti d’integrazione. Nello specifico le proteine predigerite del siero del latte, sono sconsigliate nel momento in cui si ricerca un assorbimento lento, dilazionato nel tempo. 

Fra i possibili effetti collaterali, scatenati dalle proteine idrolizzate, troviamo problemi di natura gastrointestinale, associati a nausea e meteorismo soprattutto in persone con particolari patologie. 

Inoltre si consiglia di evitare l’unione di proteine idrolizzate e carboidrati nei soggetti con problemi nel controllo della glicemia.(9) 

Volendo fare il punto della situazione, i benefici apportati dalle proteine idrolizzate, superano di gran lunga gli effetti collaterali. A livello generale si consiglia sempre di consultare il proprio medico, soprattutto se soggetti a particolari patologie, per poi iniziare tranquillamente il proprio percorso di integrazione a base di idrolizzati proteici. 

Perché assumere le proteine idrolizzate 

In ambito sportivo, l’integrazione con proteine idrolizzate è indicata in tutte le circostanze in cui è importante ottenere un assorbimento rapido del prodotto, e beneficiare così di un maggior effetto insulinotropico. Cioè la capacità di stimolare la secrezione di insulina attraverso le proteine.  

In particolare maggiore è la quantità di aminoacidi assorbiti a livello intestinale e riversati nel plasma, più elevato sarà lo stimolo insulinico. 

Oltre a stimolare la sintesi proteica, l’apporto di proteine idrolizzate potrebbe favorire anche la sintesi di glicogeno. Ecco quindi che le proteine idrolizzate possono rivelarsi, un ottimo integratore post-workout, per stimolare e massimizzare l’anabolismo indotto dall’attività fisica e ridurre i tempi di recupero.(10) 

Proteine del siero del latte 

Definite anche Whey, sono le più conosciute per l’alto valore biologico in grado di fornire uno spettro aminoacidico completo utile alla sintesi proteica, compresi gli importantissimi BCAA. Altra caratteristica importante di queste proteine è la rapida assimilazione che le rende ottimali per l’utilizzo nel post workout.

Si possono trovare sotto forma di proteine idrolizzate o isolate, presentano meno zuccheri e carboidrati, pur mantenendo una buona quota di componenti di frazioni proteiche (lattoferrine, immunoglobuline…), minerali e vitamine. Mentre il processo di trasformazione riduce al minimo la presenza di lattosio rendendole utili a chi ne è intollerante.

guida proteine latte

Proteine della soia 

Meno conosciute delle sopracitate, le proteine della soia vantano, rispetto a quelle di origine animale, un basso contenuto in colesterolo e grassi saturi. Per contro hanno un indice relativo al valore biologico, inferiore alle precedenti. Dunque per ovviare tale carenza le proteine della soia non vengono idrolizzare ma semplicemente isolate, garantendo comunque così una buona concentrazione di aminoacidi. 

Conclusioni 

Le proteine sono da sempre un integratore estremamente utile e versatile per chi pratica sport. Nello specifico, quelle idrolizzate, approfondite in questo articolo, sono sottoposte in modo costante ad analisi e studi, per monitorare gli ormai consolidati benefici riassunti in questi tre punti: 

  • Garantiscono una maggiore disponibilità ed assorbimento di aminoacidi 
  • Producono uno stimolo insulinico maggiore, dunque un’aumentata ipertrofia 
  • Migliorano il processo di recupero nel post workout 

Si tratta di una soluzione nutraceutica che consente a soggetti con intolleranze e a coloro che necessitano di ottimizzare i processi di recupero, di utilizzare uno strumento pratico, sicuro e in grado di venire incontro a numerose esigenze per il raggiungimento dei propri obiettivi. 

 

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